Xiaomi Redmi Note 5 AI in Cina: le differenze con Redmi Note 5 Pro

Xiaomi ha presentato qualche giorno fa in Cina una versione aggiornata e migliorata del suo attuale Redmi Note 5 Pro, ancorato al momento al solo mercato indiano seppure in predicato di esser venduta anche in Europa attorno al prezzo di 230 euro. Si tratta sostanzialmente di Xiaomi Redmi Note 5 AI e, come confermato dal nome, sono più d’una le affinità con lo smartphone Android di fascia media già in commercio. Nessuno stravolgimento, insomma, dal momento che potremmo considerarlo alla stregua di un mero aggiornamento del primo modello, seppure con implementazioni particolarmente significative, pronte a suggellare e impreziosire ulteriormente l’intero segmento intermedio di mercato.

Xiaomi vuol infatti puntare sul comparto fotografico, forse l’unico punto debole degli smartphone con MIUI rispetto alla concorrenza. Il percorso sviluppato dal produttore cinese mostra infatti una crescita costante e periodica: Mi Note 3 può ad esempio fregiarsi del titolo di miglior smartphone Xiaomi per fotocamera (affermazione quest’ultima confermata dall’analisi di DxOMark), mentre lo stesso Redmi Note 5 Pro ha dimostrato in svariate analisi da parte di siti web indiani di esser più performante – sempre restando ancorati al comparto fotografico – se rapportato ad alcuni medio-gamma della stessa azienda (come Redmi Note 4 e, soprattutto, Mi A1, ossia il primo smartphone Android One di Xiaomi).

Xiaomi è però evidentemente convinta di poter migliorare ulteriormente il lavoro orchestrato nelle scorse settimane e, sulla base dello stesso impianto hardware, ha fatto leva su due fattori: il primo è l’Intelligenza Artificiale, opzione quest’ultima particolarmente in voga (basti pensare agli ultimi smartphone Huawei, come Mate 10 Pro e la nuova gamma P20) oltre che la musa ispiratrice della prossima interfaccia MIUI 10, mentre sul secondo caso vi è un ulteriore affinamento delle componentistiche fotografiche.

L’approccio scelto da Xiaomi è lo stesso di Huawei con il suo Mate 10 Pro e Xiaomi Redmi Note 5 AI andrà sostanzialmente a mutuare la medesima strategia che il produttore cinese orchestrerà sull’ormai in dirittura di arrivo Mi MIX2S, primo top di gamma con Snapdragon 845 ad esser impreziosito, tra le altre cose, da tutti i benefici dell’Intelligenza Artificiale. Come spiegato dallo stesso gigante di Shenzhen in occasione della presentazione stampa in Cina, le funzionalità AI introducono miglioramenti estetici in tempo reale, dal momento che permettono allo smartphone di riconoscere automaticamente le diverse condizioni e scene (scatto notturno, interno, macro, fotografie a cibo od oggetti o persone) e, su questa base, tirar fuori i migliori parametri per assicurare una immagine quanto più perfetta possibile. Rilevante è poi la possibilità di scattare foto in HDR.

Le combinazioni software – che verosimilmente faranno da base portante per il top di gamma Mi MIX2S – faranno poi il paio con una sostanziale rimodulazione dei sensori incastonati su Xiaomi Redmi Note 5 AI. Che a differenza del modello inaugurato in India offrirà una fotocamera posteriore doppia con un sensore da 12 megapixel con obiettivo dotato di apertura focale f/1.9, pixel più larghi (1.4 micron), autofocus a rilevazione di fase PDAF doppio e sensore secondario da 5 megapixel realizzato da Samsung (in soldoni, lo stesso di Redmi Note 5 Pro). Le migliorie sono nette e sostanziali: a parità di megapixel, troviamo infatti una apertura focale migliore (1.9, per l’appunto, in luogo dei precedenti 2.2), pixel ben più grandi (1.4 micron, piuttosto che 1.25 micron) e messa a fuoco ancora più veloce.

Xiaomi ha rimarcato senza troppe remore le nuove implementazioni, affermando senza troppi indugi che “Xiaomi Redmi Note 5 AI è un telefono cellulare di cui siamo orgogliosi“. Affermazione che fa il paio con alcuni numeri snocciolati dalla stessa azienda. In soldoni, la versione migliorata sarà in grado di assicurare un incremento del 25% di luminosità in tutte le fotografie immortalate, sia in condizioni di luce ottimale che in presenza di scene notturne.

Altra differenza tra Xiaomi Redmi Note 5 AI e Redmi Note 5 Pro è da ricercare nella fotocamera frontale. Benché a primo acchitto sembrerebbe esserci un peggioramento, il produttore cinese ha pensato bene di compensare le mancanze hardware con alcune scelte software, anche in questo caso improntate tramite la tecnologia Intelligenza Artificiale. In soldoni, il modello cinese è adesso dotato di una fotocamera frontale da 13 megapixel, in luogo della prestante 20 megapixel di Redmi Note 5 Pro. Xiaomi afferma che il modulo anteriore del nuovo modello è “più intelligente“, in quanto mette in mostra un supporto per alcune modalità alimentate dall’AI, come la modalità ritratto (o “effetto bokeh”) e la modalità bellezza; migliorata anche la tecnologia di riconoscimento del volto (cosiddetto Face Unlock), presente su ambedue gli smartphone. “L’intelligenza Artificiale estrae automaticamente le tue caratteristiche facciali e, su questa base, applica alcuni accorgimenti software: viene ringiovanita la pelle e vengono tolte acne, occhiaie e altro ancora“.

Xiaomi Redmi Note 5 AI va insomma a stravolgere tutto il comparto fotografico del modello in commercio, confermando per converso l’intera scheda tecnica, impreziosita dalla presenza del processore Snapdragon 636 di Qualcomm, opzioni di memoria da 3 a 6 gigabyte, 64 gigabyte di spazio di archiviazione nativo, batteria da 4.000mAh, display LCD IPS da 5.99 pollici a risoluzione 2160 x 1080 pixel e rapporto di aspetto in 18: 9. Alcuni siti di benchmark confermano, malgrado il medesimo impianto hardware, prestazioni superiori rispetto a Redmi Note 5 Pro, e questo è forse da ricercare in alcune ottimizzazioni software apportate da Xiaomi. Sì, perché Redmi Note 5 AI è dotato fuori dalla scatola da Android 8.0 Oreo con Project Treble nativo, piuttosto che Android 7.1.1 Nougat tipico della versione indiana. Stride nettamente invece la conferma del connettore micro-USB 2.0, mentre tra le migliorie segnaliamo anche il supporto alla ricarica rapida Qualcomm Quick Charge 3.0 (in luogo della tecnologia Quick Charge 2.0 di Redmi Note 5 Pro).

Insomma, ci troviamo a conti fatti in presenza di uno smartphone che ha tutte le carte in regola per sfondare e contendere la prima piazza del mercato mobile di fascia media, a fronte di soluzioni fotografiche interessanti e, soprattutto, di un supporto software migliore e duraturo, alla luce della presenza di Project Treble. C’è da dire che ambedue i terminali non sono ancora presenti in Europa e, a questo punto, speriamo davvero che Xiaomi porti in Italia il modello cinese piuttosto che quello inaugurato in India. Anche se, ad onor del vero, al Mobile World Congress 2018 è stato mostrato in pompa magna Redmi Note 5 Pro.

FONTE: Android Headlines

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