WhatsApp al lavoro vietato e punito dalla legge in Russia

Niente distrazioni sul lavoro. E’ questo l’appello sollevato dalla Russia, che ha conseguentemente posto un ferreo ed assoluto divieto all’utilizzo di WhatsApp – e, più in generale, di tutte le applicazioni di messaggistica istantanea, quali Viber e Telegram – durante il corso delle ore lavorative. Pena tutta una serie di provvedimenti che potrebbero anche far scattare il licenziamento. Ad anticipare le prossime mosse del governo russo è il quotidiano Izvestia, che snocciola nel dettaglio un’iniziativa quanto meno singolare ma indubbiamente conforme all’analogo provvedimento attivato in precedenza dal ministero della Difesa nei riguardi dei funzionari statali e militari.

Stop all’utilizzo di WhatsApp sul lavoro, dunque, giacché le conseguenze potrebbero esser incresciose. Secondo quanto riportato dal quotidiano, il Cremlino avrebbe chiesto ai Servizi di Sicurezza Federale (FSB) di sviluppare un sistema apposito e specifico al fine di individuare e colpire i trasgressori sorpresi ad utilizzare una delle applicazioni inserite nella <<black list>> (WhatsApp per l’appunto, ma anche Viber e Telegram) durante le ore lavorative.

Non si tratta di voci di corridoio o provvedimenti da ponderare, bensì misure concrete e ben indirizzate. Sì, perché l’iniziativa è stata presentata questa settimana dalla commissione dell’amministrazione presidenziale preposta a monitorare internet ed il FSB si è impegnato, come logica conseguenza, a stilare i regolamenti propedeutici all’introduzione del divieto che, in base all’arco temporale delineato da Izvestia, dovrebbe inverarsi entro la metà del 2017.

Una strategia indubbiamente particolare ma che, a conti fatti, ben si attaglia con le parole proferite a più riprese dal capo del consiglio di sicurezza della Russia, Nikolay Patrushev. La stilettata fu netta e senza mezzi termini, giacché si criticava il comportamento di vari funzionari regionali che utilizzano Google e Yahoo Mail, così come WhatsApp sul lavoro. A questo deve aggiungersi la richiesta avanzata dallo stesso Patrushev i governatori russi, invitati caldamente ad adottare misure preventive in tal senso, aggiungendo che WhatsApp – e le applicazioni di messaggistica istantanea – rappresentava una minaccia sia per la sicurezza che per l’informazione nazionale.

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