L’ombra della Corea del Nord sul ransomware WannaCry

Il ransomware WannaCry ha monopolizzato l’attenzione pubblica di queste ultime settimane, in modo particolare di questi ultimi giorni, per la diffusione che ha avuto e, soprattutto, per i gravissimi danni che ha causato ai computer di tantissimi Paesi in tutto il mondo.

Le ultime ipotesi parlano della possibilità che dietro alla diffusione del ransomware WannaCry ci sia la Corea del Nord che, contemporaneamente all’emissione del ‘virus’, ha lanciato un missile balistico a lungo raggio. L’ipotesi, che vede la mano del regime di Kim Song-un dietro a questo attacco hacker, è stata formulata da due colossi della sicurezza informatica: Symantec e Kaspersky, e vede per una volta gli Stati Uniti e la Russia concordi.

Sono tanti i fattori che inducono a pensare che il ransomware WannaCry provenga proprio dalla Corea del Nord, ma non c’è la certezza e, anche per questioni diplomatiche di politica internazionale, non ci si sbilanci più di tanto. Resta il fatto che in questi giorni la sicurezza informatica è diventata un argomento di interesse mondiale, riaprendo vecchie e mai sopite discussioni sulla reale affidabilità dei sistemi operativi e dei dispositivi con i quali si accede a (e naviga su) Internet.

Nel frattempo sono stati diffusi dei rimedi e delle istruzioni su come difendersi da WannaCry, ma è da star certi che continueremo a sentirne parlare.

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