Huawei P20 e P20 Pro: il rinascimento delle fotocamere su smartphone

Huawei P20 e P20 Pro guadagnano finalmente tutti i crismi dell’ufficialità. Il produttore cinese dà seguito al copioso reiterarsi di indiscrezioni riguardanti i suoi primi smartphone Android top di gamma del 2018, pronti a metter in atto una vera e propria rivoluzione fotografica. Huawei parla espressamente di “rinascimento“, accezione quest’ultima senz’altro abbastanza forte alla quale fa seguito un sostanziale stravolgimento dell’ordinaria numerazione progressiva della storica gammma in vigore sin dall’ormai datato P6 del 2014. Anche qui, testimonianza eloquente dell’importante lavoro ingegneristico compiuto dal gigante di Shenzhen con i due dispositivi.

Huawei eleva ad un nuovo livello il rapporto di collaborazione con Leica, firmataria del pacchetto fotografico incastonato sui nuovi Huawei P20 e P20 Pro, con quest’ultimo addirittura impreziosito dalla presenza di tre fotocamere posteriori. L’obiettivo della società cinese è eloquente: garantire scatti perfetti in ogni contesto di illuminazione e assottigliando il margine di compromesso inevitabilmente presente su di uno smartphone. Le premesse sono importanti così come del resto i numeri, e a dar sostanziale conferma del lavoro messo a punto da Huawei è lo specialista DxOMark, che ha classificato rispettivamente al primo e secondo posto i nuovi smartphone Android top di gamma, a fronte di un impressionante punteggio di 102 punti (Huawei P20) e addirittura 109 punti (Huawei P20 Pro). Ben distante la concorrenza più blasonata targata Samsung Galaxy S9 Plus e Google Pixel 2 XL.

La fotocamera della versione Pro è insignita della presenza di un modulo principale RGB da 40 megapixel con apertura focale f/1.8, accoppiata per l’occasione dall’ormai canonica seconda camera in bianco e nero da 20 megapixel con apertura focale f/1.6; il modello di cui sopra è peraltro l’unico ad esser impreziosito da un terzo sensore da 8 megapixel – lente VARIO-SUMMILUX – con apertura focale f/2.4 e stabilizzazione ottica di immagine, chiamato ad assicurare uno zoom ottico 3X (estensibile tuttavia fino a 5X tramite la funzione software HybridZoom) senza perdita di dettaglio. E restando ancorati ai numeri, è senz’altro impressionante la tipologia di sensori incastonata da Huawei: quello principale, ad esempio, può fregiarsi di una dimensione di 1/73 pollici con struttura Quad Bayer e lente con lunghezza focale equivalente a 27 millimetri, mentre il sensore secondario (quello monocromatico, tanto per intenderci) è grande di 1/2.78 pollici con lunghezza focale equivalente a 27 millimetri.

Il pacchetto fotografico è poi corredato da un ISP e sensore per la misurazione della temperatura colore dell’ambiente, mentre ragguardevole è la possibilità di raggiungere valori ISO sino a 102400. Per ciò che riguarda invece il frontale, ambedue gli smartphone mettono in mostra una fotocamera anteriore da 24 megapixel, impreziosita da tecnologia di riconoscimento del viso e di funzionalità AI avanzate quali, su tutti, la possibilità di ritoccare il volto in tempo reale e utilizzare la funzione 3D Portrait Lighting.

Discorso leggermente diverso relativamente a Huawei P20, che oltre a far spazio “soltanto” a due fotocamere – di cui una identica, nello specifico il sensore bianco e nero da 20 megapixel – vede mutare il modulo principale, per l’occasione caratterizzato da un sensore da 12 megapixel ma con pixel larghi 1,55 micron e, conseguentemente, in grado di catturare una buona quantità di luce. Identico è invece il comparto video, in ossequio alla possibilità di registrare video in slow motion sino a 960 fps a 720p e stabilizzazione video su sei assi.

In ogni caso, Huawei ha cercato di affinare le potenzialità hardware dei due smartphone con un buon accorgimento software, improntato – alla stregua di Mate 10 Pro – sul concetto cardine dell’Intelligenza Artificiale. Il processore è d’altronde il medesimo (HiSilicon Kirin 970), composto per l’occasione dall’unità di elaborazione neurale (NPU) che permetterà, ad esempio, di riconoscere sino a 19 tipi di scene diverse in fase di scatto, così da adottare i migliori parametri per quella determinata situazione. Al pari dell’apprezzato phablet Android presentato lo scorso novembre, Huawei consolida il riconoscimento degli oggetti e, soprattutto, ufficializza la nuova funzione denominata 4D Predictive Focus: in soldoni, i due smartphone saranno in grado sia di identificare gli oggetti in movimento che di predirne i movimenti. L’obiettivo finale può esser sintetizzato mestamente nel tentativo di evitare foto mosse.

Con Huawei P20 e P20 Pro, il produttore cinese ha altresì provveduto a perfezionare la tecnologia di Intelligenza Artificiale – inaugurata, ad esempio, sull’ultimo Xiaomi Mi MIX2S – e in tal senso sono diverse le nuove funzionalità inaugurate dalla società di Shenzhen sui due terminali. Si pensi, ad esempio, alla AI-Assisted Composition, che suggerisce accorgimenti importanti sulla composizione dello scatto, ma anche al nuovo Huawei AIS, che promette invece di migliorare la stabilizzazione delle immagini. Insomma, l’AI è sempre più al servizio del comparto fotografico, nel tentativo evidentissimo di elevare l’esperienza di scatto con i due smartphone.

Huawei P20 e P20 Pro sono animati dall’ultimo Android 8.1 Oreo, plasmati secondi i dettami dell’interfaccia proprietaria EMUI 8.1 che, sulla falsariga di Mate 10 Pro, promette di mantenere prestazioni di ottimo livello durante il corso del tempo.

La scheda tecnica non offre invece grossi stravolgimenti rispetto al discorso impostato nei giorni scorsi, fatta eccezione per il comparto audio, impreziosito dal supporto allo streaming via Bluetooth di file audio a 990 kbps ed agli standard Dolby Atmos, BT aptX, aptX HD, LDAC e LHDC. Huawei punta insomma ad una esperienza multimediale – fotografica e sonora – da primato e in tal senso fa il paio il nuovo accessorio Huawei DAC Headphone Amplifer, nello specifico un DAC esterno pronto ad assicurare la decodifica di file a 384 KHz lossless a 32 bit e gestire cuffie con impedenza sino a 600Ω. A differenza invece di quanto chiacchierato in precedenza, il modello Pro sarà dotato di certificazione IP67, inspiegabilmente invece assente sulla versione tradizionale. Niente da fare per quanto concerne il Bluetooth 5.0, dal momento che – come spiegato a più riprese – si tratta di una mancanza addebitabile al processore Kirin 970, costretto a ripiegare sul più obsoleto Bluetooth 4.2.

Sul fronte hardware, Huawei P20 mette in mostra un pannello LCD da 5.8 pollici con aspetto in 18,7 : 9 e risoluzione Full HD+, mentre la versione Pro guadagna la tecnologia OLED di concerto con uno schermo da 6.1 pollici a risoluzione immutata. Come paventato in precedenza, i nuovi smartphone Huawei accolgono sul frontale il controverso notch: si tratta, come spiegato dallo stesso produttore cinese, di un linguaggio estetico di transizione, in attesa di ufficializzare nei prossimi anni prodotti completamente privi di cornici. Gli utenti potranno tuttavia nascondere la “tacca” in stile iPhone X tramite apposita opzione presente all’interno delle impostazioni. Assente, sulla falsariga di Mate 10 Pro, il jack audio da 3.5 millimetri.

Huawei P20 e P20 Pro saranno disponibili sul mercato italiano a far data dai prossimi giorni ad un prezzo di listino rispettivamente di 679 euro (versione 4 gigabyte di RAM e 128 gigabyte di storage non espandibili) e 899 euro (6 gigabyte di memoria RAM e 128 gigabyte di archiviazione, anche qui non espandibili). Le colorazioni che faranno da contraltare al lancio saranno Black, Midnight Blue, Pink Gold e all’inedita Twilight.

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