Follia social: finge il suicidio su Facebook, 13enne in coma

Quanto può nuocere al semplice buonsenso il mondo dei social network? Fin dove si potrà spingere l’essere umano per una manciata di like? Una domanda da un milione di dollari, che trova risposta nell’ennesimo assurdo episodio incentrato sulla comunità virtuale.

Un bambino di soli tredici anni sta lottando tra la vita e la morte perché ha cercato di simulare il suo suicidio per poter condividere la foto su Facebook. Tredici anni, vicino all’adolescenza e già preda del mondo social, senza nessuna consapevolezza del rischio.

Il terribile episodio è accaduto la sera di sabato 25 febbraio 2017, verso le 20.00 all’interno di un normalissimo appartamento di via Crispi a Mugnano. Quella sera i genitori del ragazzino avevano deciso di lasciarlo a casa della zia per fargli trascorrere la serata in compagnia del cuginetto di dieci anni.

I due bambini si chiudono nella stanza per fare un “gioco”: usare lo smartphone per scattare una foto del finto suicidio del tredicenne, per poi condividerla su Facebook. Si recano in bagno, il ragazzino si annoda la cintura dell’accappatoio al collo e lega l’altro capo al gancio appendiabiti che si trova in alto.

Il cuginetto di dieci anni è pronto a scattare ed tredicenne si lascia andare. Una volta ottenuta la foto qualcosa non va: il tredicenne non riesce più a liberarsi, cominciando a soffocare. Il cuginetto tenta invano di aiutarlo, finché non grida per attirare l’attenzione della zia che scopre con orrore il terribile gioco e libera il nipote prima possibile, chiamando subito dopo il 118.

Poi la corsa all’ospedale San Giuliano di Giugliano. Le condizioni del ragazzino rimangono gravissime fino a tarda sera. Se il tredicenne è ancora in vita lo deve a sua zia. La prova di quel terribile gioco sullo smartphone del cuginetto è stato sequestrato dai carabinieri.

Questi episodi di cronaca fanno riflettere su come sia sconcertante il fatto che non si riesca più a scindere il mondo reale dal virtuale. Negli anni ’90 si dava la colpa ai videogame, che tuttavia sono sempre stati mondi di fantasia ben distinti. In questi tempi corre un pericolo molto  più grande: l’egocentrismo e la voglia di mettersi in mostra ad ogni costo.

 

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