Vendita Yahoo!: Microsoft incontra gli acquirenti

Microsoft potrebbe superare l’impasse attorno alla vendita Yahoo!, mettendo sul piatto un aiuto finanziario a vantaggio di tutti coloro i quali sarebbero interessati a rilevare la società di Marissa Mayer. Il legame tra le due aziende è forte ed è per questo che il colosso di Redmond vorrebbe proseguire la strada percorsa dal 2009, allorquando venne stipulato un accordo di collaborazione decennale avente ad oggetto l’acquisto, da parte di Microsoft, della licenza esclusiva per le tecnologie di ricerche di Yahoo!, la quale, per converso, avrebbe poi utilizzato Bing come algoritmo esclusivo per la ricerca sui siti della società fondata nel lontano 1995 a Sunnyvale, in California.

Al di là dell’inevitabile passaggio di mano del core business di Yahoo! – logica conseguenza del grave dissesto economico, caratterizzato dal crollo degli utili e da perdite di oltre 4 miliardi di dollari – l’intenzione di Microsoft sembra esser evidente: continuare il percorso di patnership tra i due brand a prescindere dall’eventuale vendita Yahoo!, facendo sì che la società statunitense continui ad esser preziosa amica e non inaspettata avversaria. E’ per questo che il colosso di Redmond, secondo quanto riportato dal sito web Re/Code, ha incontrato alcuni fondi privati interessati all’acquisto dell’azienda fornitrice di servizi Internet. Almeno nove, secondo indiscrezioni più recenti, tra le quali AT&T, Verizon, Comcast, Advent International, Vista Equity Partners, TPG e KKR.

La vendita Yahoo! è fissata al valore di dieci miliardi di dollari sull’unghia, e Microsoft potrebbe agevolare gli acquirenti con un piccolo aiuto finanziario. Il vertice tra l’azienda statunitense ed i predetti fondi è servito a metter in chiaro alcune condizioni basilari: la prosecuzione dell’accordo di collaborazione con Yahoo!, innanzitutto, ma anche una conoscenza maggiore delle idee degli acquirenti in merito al futuro della società famosa per la sua funzione di motore di ricerca. La situazione è ancora in una fase di stallo, sebbene Microsoft, attraverso un suo portavoce, ha rifiutato di commentare la notizia.

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