Stadia: arriva la prima class action per “pubblicità ingannevole”

Guai in vista per Google e la sua piattaforma di cloud gaming Stadia, già finita di recente nella polemica per il repentino cambio di strategia adoperato dal colosso di Mountain View, che si è tradotto nella chiusura della divisione impegnata nello sviluppo dei first party.

Questa scelta adesso permetterà a Google di focalizzare la sua piattaforma di cloud gaming sulle produzioni third party, investendo risorse nelle partnership con gli altri publisher che vorranno aderire al servizio.

A quanto pare però qualcuno non ha molto apprezzato la politica di Google, al punto da aver messo in moto una class action nei confronti dell’azienda, intenta a novembre 2020.

Nella class action si afferma che Google avrebbe ingannato la community per «generare maggiori entrate», causando una violazione delle leggi sulla tutela dei consumatori.

id Software, sviluppatrice del nuovo DOOM Eternal, è stata definita una complice degli inganni, diffondendo delle false informazioni riguardanti la risoluzione della versione Stadia del suo sparatutto.

La colpa principale di Stadia sarebbe stata, in buona sostanza, quella di aver ingannato i consumatori dichiarando che tutti i titoli in catalogo avrebbero supportato sia la risoluzione in 4K che i 60FPS. Ad aggravare la situazione è il fatto che queste due feature siano accessibili pagando un canone mensile aggiuntivo, Stadia Pro.

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