Microsoft sta vietando il mining delle criptovalute sui servizi cloud

Quando si parla del fenomeno del mining legato alle criptovalute, la nostra mente va immediatamente alle grandi GPU farm, tuttavia esistono vari metodi per conseguire questo processo, come il cloud.

Microsoft ne è evidentemente consapevole e dal 1° dicembre ha silenziosamente aggiornato le sue normative sull’utilizzo dei suoi servizi cloud come Azure vietando qualsiasi attività di mining per generare criptovalute.

Come ha notato The Register , all’inizio di dicembre è stata aggiornata la descrizione nella “Criteri di utilizzo accettabile” per i servizi Azure e Dynamics 365. Ora afferma: “Né il cliente, né coloro che accedono a un servizio online tramite il cliente, possono utilizzare un servizio online: per estrarre criptovaluta senza la previa approvazione scritta di Microsoft”.

Il documento rileva che “la politica di utilizzo accettabile è stata aggiornata per vietare esplicitamente il mining di criptovalute in tutti i Microsoft Online Services a meno che Microsoft non conceda la pre-approvazione scritta”. Tuttavia, lascia un avvertimento: “Suggeriamo di richiedere la pre-approvazione scritta di Microsoft prima di utilizzare i Microsoft Online Services per il mining di criptovalute, indipendentemente dalla durata di un abbonamento”.

Microsoft non ha fatto alcun annuncio formale del cambiamento di politica. Tuttavia, la società ha risposto a The Register in merito alla decisione affermando di averlo fatto perché “l’estrazione di criptovalute può causare interruzioni o addirittura danni ai servizi online e ai suoi utenti e può spesso essere collegata a frodi informatiche e attacchi di abuso come l’accesso non autorizzato a e utilizzo delle risorse del cliente.

“Abbiamo apportato questa modifica per proteggere ulteriormente i nostri clienti e mitigare il rischio di interruzione o compromissione dei servizi nel cloud Microsoft”.

È interessante notare che Microsoft sta semplicemente seguendo l’esempio di altri fornitori di servizi cloud con divieti simili. Il registro rileva che Google, AWS di Amazon (livello gratuito), Google, OVH, Digital Ocean e Oracle hanno anche restrizioni per il mining di criptovalute.

Per quanto riguarda il motivo per cui Microsoft sta apportando questa modifica ora, non è chiaro, ma sembra che probabilmente abbia visto alcuni comportamenti sui suoi server che hanno sollevato preoccupazioni o notato il potenziale rischio futuro.

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