Lo smartphone flessibile esiste e si chiama ReFlex

La gamma LG G Flex ha tentato in questi anni di inverare l’idea di smartphone flessibile, particolarmente allettante ma ancora poco praticata tra i vari produttori. ReFlex, il prototipo svelato qualche giorno addietro dai ricercatori dello Human Media Lab di Queen’s University, è invece andato ben oltre la mera pieghevolezza, mettendo a punto un qualcosa di innovativo ed al tempo stesso utile, allorché ha ancorato la duttilità del dispositivo a tutta una serie di funzionalità aggiuntive che possono essere attivate semplicemente piegando lo smartphone. Si pensi ad esempio ad un libro digitale, le cui pagine potrebbero esser sfogliate mutuando il gesto compiuto nella <<vita reale>>, ossia piegando il lato destro del display dal basso verso l’alto e viceversa; inoltre, la velocità di scorrimento sarà tanto maggiore quanto più fletteremo lo schermo.

Per far questo, ReFlex integra un display flessibile da 6 pollici prodotto da LG  – di tipo OLED a risoluzione 720p – contornato per l’occasione da sensori di piegatura e feedback tattile, così da permettere al dispositivo di rilevare ed al tempo stesso rispondere alla flessione esercitata su quest’ultimo dall’utente. A beneficiarne è quindi l’esperienza reale, che ne risulterà pertanto accresciuta e particolare. Lo smartphone flessibile di cui trattasi è equipaggiato dal sistema operativo Android versione KitKat 4.4, impreziosito dagli sviluppatori con tutta una serie di accorgimenti software realizzati ad-hoc per l’occasione.

La peculiarità di ReFlex potrà quindi esser messa in pratica in molteplici sfaccettature della vita reale. Gli sviluppatori hanno posto l’accento sul gaming, facendo leva sul celebre titolo Angry Birds che, probabilmente, meglio si attaglia con la natura del particolare dispositivo: piegando lo smartphone, si potrà infatti emulare una fionda – con tanto di vibrazioni man mano che l’elastico si allunga – per scaraventare gli uccellini contro gli obiettivi del gioco. Lo smartphone flessibile, secondo il direttore del Queen University Human Media Lab, Roel Vertegaal, potrebbe diventare realtà entro i prossimi cinque anni, ed a tale stregua saranno indette alcune conferenze – ieri ad Eindhoven, in Olanda – per presentare il progetto ed al tempo stesso ingolosire i produttori. Nella speranza che il mercato possa esser presto rimpinguato di smartphone flessibili come ReFlex.

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