TIM estromette Huawei dalla gara d’appalto per il 5G in Italia

Sembrava ormai scontato che  in Italia Huawei potesse ottenere spazio nelle installazioni delle reti 5G, ma alla fine con un colpo di scena del tutto inaspettato TIM ha deciso di estromettere il colosso cinese dalle gare d’appalto per la costruzione delle torri. Estromissioni non solo dall’Italia, ma anche dal Brasile.

In Italia l’azienda cinese non ha mai avuto un grosso impatto decisionale sull’evoluzione della rete verso il 5G, tuttavia resta una decisione inaspettata che avrà delle conseguenze soprattutto sul territorio sudamericano, con rallentamenti di un certo peso che potrebbero gravare sullo sviluppo delle reti di nuova generazione.

Ovviamente al centro della decisione di TIM troviamo ovviamente il terreno di dibattito sul quale gli Stati Uniti hanno costruito un forte dibattito politico contro la Cina: ovvero lo spionaggio e l’utilizzo inappropriato dei dati sensibili.

Huawei ha rilasciato un comunicato nel quale si legge:

La sicurezza e lo sviluppo dell’Italia digitale dovrebbero appoggiarsi su un approccio basato sui fatti e non su accuse infondate.

Huawei al momento è l’unica estromessa dalla gara di appalto TIM, mentre invece sono presenti Cisco, Ericsson, Nokia, Mavenir e Affirmed Networks, quest’ultima reduce dall’acquisizione di Microsoft proprio nell’ottica dell’espansione delle reti 5G.

Fino ad oggi l’Italia stava ancora valutando se collaborare o meno con Guawei per l’infrastruttura 5G e la decisione da parte di TIM potrebbe effettivamente spingere il governo a prendere una decisione chiara in merito, anche se i corteggiamenti degli Stati Uniti ad estromettere il colosso cinese non sono mancati affatto in questi mesi.

Ricordiamo che il ban emesso dagli Stati Uniti è stato prorogato addirittura fino al 2021.

Huawei nel Regno Unito. Si oppure no?

Nel gennaio scorso il Regno Unito sembrava aver preso una decisione in merito all’adozione del 5G di Huawei, ma non senza apportare delle limitazioni.

L’Inghilterra aveva optato per un coinvolgimento all’interno dell’infrastruttura limitato al 35%, una percentuale nella quale il governo britannico aveva deciso di escludere anche tutte le aree militari e i siti nucleari sparsi sul territorio.

Tuttavia, nel mese di maggio era emersa la volontà di estromettere Huawei completamente dalle infrastrutture 5G nazionali entro tre anni, successivamente ridotti a un anno. Una decisione che secondo più fonti sarebbe frutto di alcuni corteggiamenti da parte dei Conservatori verso il primo ministro.

Probabile che lo scoppio della pandemia dovuta al Covid-19 (che ricordiamo essere partito proprio dalla Cina), potrebbe aver “motivato” i Conservatori a rivedere i loro piani nei confronti di Huawei.

Ad oggi comunque manca ancora una decisione veramente definitiva da parte del governo britannico.

Fonte

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