Huawei non è spaventata dagli USA: crescono gli investimenti nel 5G

Che Huawei abbia più volte dimostrato di non aver paura dei blocchi imposti dal ban degli Stati Uniti è certamente un dato di fatto confermato a più riprese in diverse interviste.

E approfittando dei riflettori offerti dal Mobile World Congress di Shangai, Ryan Ding, CEO del Carrier Business Group di Huawei, ha ben pensato di reiterare pubblicamente la sua volontà di voler continuare ad investire nel 5G, anche fuori dalla Cina.

Attualmente le apparecchiature di Huawei sono state impiegate almeno in due terzi delle reti 5G commerciali attivate al di fuori del mercato cinese.

In totale l’azienda ha già consegnato oltre 150.000 stazioni radio base dicendosi aperta a fornire singoli componenti o soluzioni di rete complete ai singoli operatori che stanno adottando la sua tecnologia.

A prescindere dalle restrizioni commerciali imposte dal governo USA, Huawei proseguirà i suoi investimenti nello sviluppo della rete 5G.

A livello globale, il 5G sta guadagnando sempre più terreno in ambito commerciale. Dal primo semestre di quest’anno infatti molti Paesi, tra cui Corea del Sud, Regno Unito, Svizzera, Italia e Kuwait, hanno lanciato le reti 5G a uso commerciale, due terzi delle quali sono state realizzate da Huawei.

Continueremo ad aumentare gli investimenti nel 5G e a lavorare con i nostri clienti e partner. La sicurezza informatica e la protezione della privacy sono le nostre principali priorità. Garantiamo la sicurezza delle reti 5G degli operatori con i nostri prodotti sicuri e affidabili – ha sottolineato Ryan Ding.

A questa notizia, ricordiamo che negli ultimi giorni anche Micron, l’azienda che si occupa di fornire chip a Huawei, ha confermato di aver ripreso i suoi rapporti con l’azienda.

In una dichiarazione diffusa dal CEO di Micron, Sanjay Mehrotra, è stata confermata ufficialmente la ripresa della produzione, sottolineando tuttavia che la situazione del ban emesso dagli Stati Uniti potrebbe creare problemi nell’immediato futuro.

Abbiamo stabilito che possiamo legittimamente riprendere le consegne di un sottoinsieme degli attuali prodotti perché non sono soggetti alle norme sulla gestione delle esportazioni e alle limitazioni relative alla ”entity list”.

Tuttavia persiste comunque un grado di incertezza nei confronti della situazione di Huawei, quindi al momento non siamo comunque in grado di prevedere né i volumi, né per quanto tempo potremo consegnare i nostri prodotti a Huawei.

Insomma, ancora una volta il quadro che si delinea per il futuro di Huawei alterna luci e ombre, ed è chiaro che il colosso cinese ha tutte le intenzioni di affrontare a testa alta questo scenario estremamente complesso.

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