Huawei rilancia le ambizioni: diventare il secondo produttore di smartphone al mondo

Gli smartphone Huawei stanno raggranellando un non trascurabile successo e il traguardo dei cento milioni di dispositivi smerciati in tutto il mondo da gennaio ad oggi rappresenta certamente l’effettivo inverarsi di un percorso tutto in crescendo. La società di Shenzhen vuol far da traino all’intero settore mobile, ad incominciare con il lancio dell’attesissimo Mate 9 (ed annessa versione in collaborazione con Porsche Design), pronto a metter le mani sulla palma di miglior phablet del 2016. Una occasione ancor più ghiotta, specie dopo la dipartita ufficiale dello sfortunato Note 7 di Samsung.

Non è un caso che il marchio Huawei sia affiancato a brand leader in svariati settori – Leica dapprincipio, ma anche AKG e adesso Porsche Design – riprova ulteriore di un intento ormai noto: accrescere il blasone e imporsi (magari anche grazie alla nomea di aziende avvinte da rapporti di collaborazione, come quelle di cui sopra) su scala internazionale. Un <<chiodo fisso>>, quello di Huawei, esternato a margine della presentazione di Huawei P9 e P9 Plus e confermato ulteriormente nel corso dell’ufficializzazione di Mate 9: diventare il secondo produttore di smartphone al mondo. Un leitmotiv che la società capitanata da Richard Yu vuol raggiungere nel più breve tempo possibile: entro il 2019.

Accontentarsi non sembra dunque esser nello stile della prolifica compagnia cinese, che può già fregiarsi del titolo di terzo brand impegnato nel panorama smartphone dopo Apple e Samsung. A frapporsi alle ambizioni di Huawei ci sarà adesso proprio il gigante di Cupertino, ma i numeri raggranellati finora sembrano sorridere e dar ulteriore credito alle politiche espansionistiche di Richard Yu e soci. Secondo quanto affermato infatti da Strategy Analytics, si aggira al 9% la quota mercato nel Q3 2016 degli smartphone Huawei, contro il 12% detenuto dalla controparte Apple. Differenze tutto sommato colmabili nel tempo, e l’appuntamento è adesso rimandato ai prossimi due anni, in attesa di scoprire se avverrà il tanto auspicato sorpasso ai danni della concorrenza più blasonata. La strada intrapresa è quella giusta.

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