Horus, da tre giovani italiani, il dispositivo indossabile in aiuto ai disabili visivi

Attraverso una campagna di raccolta fondi, sta per avverarsi il progetto di tre giovani italiani: realizzare Horus, il dispositivo indossabile in aiuto ai disabili visivi, che potranno così comprendere il mondo che li circonda.

Da un progetto tutto italiano sta per nascere Horus, un dispositivo indossabile che aiuterà persone con disabilità visive ogni giorno, permettendo loro di comprendere ciò che il circonda, leggendo per loro, spiegano cosa hanno davanti e consentendo così di interagire con il mondo in un modo del tutto nuovo. L’idea che promette di rivoluzionare la vita di oltre 300 milioni di persone è nata dalla mente di tre giovani italiani, Saverio Murgia (CEO dell’azienda), Luca Nardelli (CTO), Benedetta Magri (Business Developer).

“Un giorno ci trovavamo a Genova e una persona ci fermò: voleva sapere come raggiungere la fermata dell’autobus più vicina. Inizialmente fummo sorpresi e poi capimmo: era un ragazzo non vedente e stava chiedendo aiuto per orientarsi. Senza di noi avrebbe dovuto ricordarsi gli angoli e le svolte per riuscire a raggiungere la fermata.” 

Un assistente personale indossabile ­­­per persone con disabilità visive

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Nel mondo, ogni giorno, gesti quotidiani come attraversare la strada o leggere un libro sono azioni difficili per più di 300 milioni di persone, a causa di disabilità visive. Horus Technology intende ricreare il senso di sicurezza che l’indipendenza può dare, permettendo loro di comprendere il mondo circostante grazie ad un assistente personale disponibile in qualunque luogo ed in qualunque momento.

Horus

Cos’è Horus?

Horus è un dispositivo elettronico indossabile, sviluppato per assistere persone cieche ed ipovedenti durante tutta la giornata: montato su un qualsiasi paio di occhiali, Horus osserva la realtà, la comprende e la descrive alla persona, fornendo informazioni utili (attraversamenti pedonali, lettura di testi, riconoscimento di volti e di oggetti) in maniera discreta e al momento opportuno. Sfruttando la conduzione ossea, l’udito della persona non ne risulta penalizzato (cosa che avverrebbe con l’uso di un auricolare) ed è possibile sentire il dispositivo anche in contesti rumorosi.

Horus  progetto unico

Horus non richiede di essere connesso ad internet per poter eseguire le funzionalità pensate e non si appoggia a smartphone o altri dispositivi. L’innovatività risiede soprattutto nella possibilità di aggiungere funzionalità successivamente e permette all’utente di personalizzare le informazioni facendo memorizzare ad Horus gli oggetti che utilizza più frequentemente e i volti delle persone a lui più care. Inoltre utilizzerà tutti gli input possibili per rendere l’interazione il più naturale possibile.

La raccolta fondi

La campagna di raccolta fondi lanciata dai giovani sviluppatori italiani, punta a raggiungere una somma minima di 20.000 euro, che consentirebbe di fornire prototipi all’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, che aiuterà ad individuare le persone che potranno effettuare i test necessari.

“Sarà nostro impegno creare un percorso comune con l’utente che parteciperà a questa avventura con noi, seguendolo passo passo in ogni necessità e discutendo con lui ed altri interessati le possibili migliorie da apportare. Per questo motivo abbiamo bisogno di investire in diversi tipi di hardware, in modo da realizzare un dispositivo che sfrutti gli ultimi ritrovati tecnologici e pur mettendo a disposizione il nostro tempo gratuitamente, ci dovremo spostare per avere un contatto diretto con le persone che potranno provare il prototipo” spiegano gli ideatori.

L’iniziativa sostenuta da tanti personaggi noti

Grazie alla campagna pubblicitaria ideata da Young&Rubicam e presente su Twitter con l’hashtag #view4theblind, il progetto di Horus ha avuto un ottimo riscontro in termini di sostegno, contando anche sull’aiuto di tanti personaggi dello spettacolo e dello sport, che tentano di svolgere la propria attività professionale anche bendati, dimostrando quanto sia difficile muoversi nel mondo senza poterlo vedere. Tra i personaggi noti spiccano: Javier Zanetti, ex capitano dell’Inter, che ha effettuato diversi palleggi bendato,  il comico Maccio Capatonda, il fumettista Leo Ortolani, l’attrice Giorgia Surina e tanti altri.

Per sostenere il progetto Horus ed avere maggiori informazioni, potete collegarvi ai seguenti link:

http://crowdfunding.wcap.tim.it/projects/270/horus

http://horus.technology/it/

https://www.facebook.com/horus.technologyITA

https://twitter.com/horustechnology

https://www.youtube.com/channel/UCqGo1rTg-glv5fn500Auyqg

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