Dishonored 2, la nostra recensione

Finalmente dopo anni dall’uscita del primo capitolo, la software house francese Arkane ha lanciato sul mercato Dishonored 2, secondo attesissimo capitolo della saga di Corvo Attano ed Emily Kaldwin con la storia che riprende esattamente da dove era stata interrotta approfondendo i fatti accaduti nell’Impero Insulare dopo la caduta del tiranno e alla fine della terribile pestilenza che ha decimato la città di Dunwall, per 15 anni.

Il giocatore sceglierà la trama da seguire

Giocando a Dishonered 2 ci immergiamo in una storia più interessante e meglio narrata rispetto al primo fortunatissimo capitolo di questa saga, grazie ad alcune decisioni degli sviluppatori che hanno pensato a una trama più coinvolgente e godibile ed alla straordinaria presenza di personaggi ben caratterizzati nella trama ricca di colpi di scena.

La storia si evolve molto di più rispetto al passato, con un gameplay che gioca un ruolo fondamentale soprattutto in vista del finale leggermente più sofisticato rispetto al precedente titolo, finale  legato soprattutto alle vostre decisioni durante i vari livelli di gioco, si perché potete scegliere se essere dei brutali assassini senza risparmiare nessuno o se scegliere una strategia più “soft” evitando al minimo le uccisioni, stordendo o imprigionando gli sfortunati che si troveranno sulla vostra strada.

Ognuno dei personaggi a disposizione ha capacità che potrete comunque implementare grazie al marchio dell’Esterno, una figura misteriosa e soprannaturale, la quale vi permetterà di accedere ai caratteristici poteri del personaggio che avete deciso di vestire.

L’evoluzione del personaggio

Le speciali capacità peculiari che il personaggio possiede, sono legate alla crescita stessa del personaggio, ciò significa che variano in base alle strategie che scegliete di utilizzare durante gli scontri e alle capacità di affrontare le varie situazioni. Per far ciò è indispensabile raccogliere e combinare opportunamente le Rune, utili sia per acquistare le abilità speciali, sia per migliorare le caratteristiche dei due personaggi e sviluppare abilità passive da sfruttare durante le varie sessioni di gioco.

Lo stile di gioco su cui si basa l’action/stealth è molto simile al primo capitolo

La struttura dei livelli di gioco ci consente la possibilità completa di muoverci come meglio crediamo all’interno di un mondo graficamente eccelso, (le atmosfere vittoriane di Dunwall, la soleggiata e mediterranea città di Karnaca) dandoci la capacità di muoverci nell’ombra per evitare il contatto con i nemici, ma anche di ingaggiare lo scontro diretto sfruttando le potenzialità acquisite.

Sicuramente l’approccio più apprezzabile per godere al meglio di Dishonored 2 è quella “stealth” infatti la lavorazione da parte di Arkane ha dato maggiore spazio a questo aspetto, permettendo ai players un full immersion all’interno di un mondo credibile e davvero interessante in ogni propria sfaccettatura.

Conclusioni

Tirando le somme il risultato finale è stupefacente, ma rimane il fatto che Dishonored 2, così come il primo capitolo, non è un prodotto adatto a tutti. È un gioco impegnativo, che grazie alle infinite possibilità ed ostacoli richiede delle azioni strategiche mirate, proprio perché grazie ad un sistema di generazione del caos, le sezioni si modificano in Real Time, mettendo a volte a dura prova le vostre capacità videoludiche.

Recensione realizzata da Andrea Antonazzi

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