BlackBerry Priv, la sicurezza prima di tutto (e degli altri)

BlackBerry Priv è lo smartphone Android che riesce ad accogliere, prima di tutti, i più recenti standard di sicurezza distribuiti da Google a cadenza mensile. Lo dimostrano i fatti, corroborati tra l’altro da un comunicato pubblicato ad-hoc dall’azienda canadese a mezzo del proprio blog ufficiale. La sicurezza rientra certamente tra le peculiarità salienti del primo dispositivo Android firmato BlackBerry, e l’informativa snocciolata in queste ore non fa altro che confermare l’importante evenienza.

L’arco temporale di riferimento è il periodo compreso tra il mese di dicembre e quello di marzo, un intervallo nel quale BlackBerry Priv è riuscito nell’impresa – mai eguagliata finora da nessun altro smartphone Android – di rilasciare le varie patch di sicurezza contestualmente alla loro distribuzione da parte di Google. O persino qualche giorno prima della gamma Nexus, da sempre in prima linea quando l’oggetto del contendere riguarda gli aggiornamenti operati dal colosso di Mountain View.

Il <<chiodo fisso>> di BlackBerry è la sicurezza, e l’acronimo Priv (che sta per privacy) scelto dall’azienda canadese per il lancio del suo primo smartphone Android non fa altro che certificare la strada perseguita dal brand rappresentato dall’Amministratore Delegato John Chen malgrado il cambio di strategia. Al fine di avvalorare la tesi, BlackBerry ha divulgato una tabella nella quale viene comparato il lavoro, in termini di rapidità di rilascio degli aggiornamenti di sicurezza di Android, svolto dall’azienda canadese e da altri nove produttori di dispositivi mobile (i cui nomi sono invero ignoti) presi a campione. BlackBerry Priv svetta su tutti i competitors in ciascuno dei quattro mesi di cui sopra: lo zero, contrassegnato in verde, testimonia infatti che il rilascio delle patch di sicurezza è avvenuto nello stesso giorno di distribuzione delle stesse.

Male invece gli altri produttori, spesso e volentieri non pervenuti o troppo tardivi nell’accogliere gli aggiornamenti di Google: a dominare nella tabella è infatti il rosso, con distacchi che oscillano tra gli otto ed i ventisei giorni. A favore di BlackBerry (e, più in generale, di alcuni player attenti alla sicurezza, come OnePlus ad esempio) può certamente addebitarsi la penuria di dispositivi Android (soltanto Priv, almeno per il momento), ma a giocare a favore del brand è comunque l’importanza con la quale viene da sempre trattata la materia sicurezza.

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